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"La polizia è sconfitta" di Domenico Paolella

 
''La polizia è sconfitta'' locandinaLa polizia è sconfitta di Domenico Paolella,  Italia 1977
Considerato per anni un genere cinematografico di serie B, il film "poliziottesco" italiano degli anni 70 è stato recentemente rivalutato e riscoperto. Wikipedia, dà per questo termine 77 titoli, di cui il 90% italiani. Oggi vi sono schiere di fan che li considerano dei veri e propri cult, anche grazie al regista  Quentin Tarantino che si è dichiarato un cultore del genere, ispirandosi per le sue opere a celebri pellicole come “ Milano calibro 9”, “La polizia incrimina la legge assolve”, “La polizia ringrazia” etc… etc…
Lo stesso film “Grindhouse” è un omaggio alle generazioni di Stuntman che hanno lavorato negli inseguimenti e nelle scene più pericolose, di cui i film degli anni 70 non potevano fare a meno. Nel film di cui parliamo riconosciamo Sergio Mioni, Sergio Smacchi, e Roberto Messina che sono solo alcuni dei famosi stuntman dell’epoca. Lo spettatore attento potrà notare nei titoli finali che Mioni compare proprio come coordinatore degli stuntman. La sequenza dell’inseguimento dell’Alfa Giulia con le varie motociclette delle squadre speciali è realizzata dallo stesso Mioni alla guida della vettura.
Il film diretto da Domenico Paolella è del 1977, ambientato a Bologna, e racconta la sfida tra protagonista e antagonista,  il  “buono”,  il commissario Grifi, interpretato dall’attore Bozzuffi, e il “cattivo” Valli interpretato dal magnifico Vittorio Mezzogiorno.

''La polizia è sconfitta'', Vittorio MezzogiornoIl commissario convince il questore a creare una squadra di superpoliziotti che, grazie ad un addestramento particolare (i NOCS non esistevano ancora), riuscirà a sgominare una banda malavitosa, specializzata nell’estorsione, capitanata dal Valli. Una serie di vicende trasformerà la caccia al ladro in una questione personale.

Su Vittorio Mezzogiorno occorre soffermarsi. È così bravo nel ruolo del cattivo, che è impossibile, alla fine, non odiarlo o non gioire della sua disfatta.
Mezzogiorno è il miglior cattivo del cinema italiano, un attore preparatissimo, si è formato con il meglio del teatro partenopeo,  (ha collaborato con Peter Brook, che lo ha poi scelto per interpretare  il mitico Arjuna del “Mahabaratha”), i suoi ruoli di “o’malamente” lasciano un ricordo indelebile. Questo è un  sito a lui dedicato, per chi volesse saperne di più: http://www.saverioferragina.com/vittoriomezzogiorno/biografia.html
''La polizia è sconfitta''Il sottoscritto non è  un cultore particolare del genere poliziottesco italiano, ma è  anche vero che pur non gridando al capolavoro spesso ci si trova di fronte al dignitoso lavoro di onesti artigiani del cinema, Paolella però indugia un po’ troppo sulla violenza compiaciuta e sembra  sposi la teoria che vede le forze dell’ordine efficienti solo laddove adottino gli stessi strumenti dei delinquenti.

Le frasi salienti del film sono del commissario.
“Separeremo i veri poliziotti da quelli destinati agli uffici”
“Il poliziotto è un uomo buono per tutte le stagioni”
“Due cose non possono esistere nella polizia, paura e corruzione”


Alcune ingenuità, come l’addestramento dei poliziotti a sparare impennando con la moto, la stessa scena della motocicletta sotto i portici di san Luca usata più volte nello stesso inseguimento, gli schizzi di sangue splatter in ospedale e le musiche usate nelle scene d’azione, ci fanno capire quanto oggi sia cambiato il genere rispetto a 33 anni fa.

''La polizia è sconfitta''All’epoca uscì nelle sale vietato ai minori di 14 anni per la violenza di alcune scene, che oggi sono nulla in confronto alle immagini del TG1 .L’unica concessione alla “pruderie” è uno spogliarello non integrale nel locale del boss al ritmo di una buona musica jazz .
Allo stesso tempo, le genuine e semplici scazzottate, gli inseguimenti veri con stuntman bravissimi, l’incredibile uso di ciò che per noi oggi è modernariato, rende gustosa la visione di un inseguimento tra vecchie Giulie e Ford Capri,  o tra Kawasaki Z400 e Honda CBN, o sparatorie con vecchi MAB 38 e P38 o tra Beretta 952 e Colt Python.
Nonostante il genere abbia cominciato ad accusare  una “stanchezza storica” a causa di alcune tematiche ricorrenti in altri titoli (le squadre speciali, l’insofferenza dei commissari  verso le leggi della giustizia), questo film ha un finale decisamente innovativo e per niente prevedibile.

Come consuetudine del periodo, i film italiani erano doppiati, nonostante gli attori fossero  tutti italiani, ad eccezione di Bozzuffi, un attore ampiamente conosciuto in Francia che ha lavorato anche nelle produzioni italiane degli anni Settanta-Ottanta. Nel film, il commissario è doppiato da Giuseppe Locchi mentre Mezzogiorno, nella parte di Valli, si auto doppia. Il rumorista che fa parte del doppiaggio, ricostruisce i passi delle persone, mentre i rumori del traffico veicolare e il brusio dei locali sono originali.
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