Percorso

La seconda casa di Biscardi

"A Morte" il film del regista sardo Gianluca Sulis ad aprile nei cinema. Un successo ottenuto grazie a internet: come successo anche a Marco Biscardi, protagonista principale nel film di Sulis, contattato via Facebook. L'intervista. di Maria Elena Tiragallo 

Marco BiscardiDopo l'articolo il trailer del film

Devono passare ancora alcune settimane prima di vedere sul grande schermo il film "A Morte" di Gianluca Sulis, il professore di lettere col pallino del cinema. Il suo secondo lungometraggio, girato nei mesi scorsi in moltissime location sarde, uscirà ad aprile.  Finalmente, è il caso di dire.

Un film in cui il regista, primo fra tutti,  ha creduto fortemente al punto da farlo sostenere dalla rete con un sito e con un gruppo Facebook. Nel cast  i nomi noti del panorama teatrale sardo, Tino Petilli, Gaetano Marino, Giancarlo Biffi, Giovanni Carroni, e gli attori, ben promettenti del cinema italiano, Manrico Gammarota, nei panni del professore universitario, e Marco Biscardi, portagonista principale.

L'immagine simbolo di ''A morte''Biscardi può raccontare qualche cosa sul suo personaggio?
Marco è il protagonista di una vicenda quantomai attuale... è un giovane laureato che stranamente non trova lavoro nella sua città. E' stato intrigante vestire i suoi panni, poichè in questo momento storico la condizione lavorativa di chi, come me, sceglie un impiego artistico nel nostro paese, si avvicina molto a quella del personaggio che ho interpretato. La differenza tra me e lui sta nel fatto che lui sceglie una strada violenta per veder rispettata una sua forma di pseudo giustizia, io no. Io sono per il dialogo, per la comprensione e la compassione. Cerco di non far vincere l'odio, la rabbia e il rancore quando tutto il contorno ti incita ad andare verso quelle direzioni. Vivo all'ombra di un'unica grande parola che mi protegge e mi sostiene: "fiducia".
 
Gianluca SulisLei è pugliese, come le sembra  lavorare in Sardegna e con un regista sardo?
I sardi sono davvero un popolo a parte. Accoglienti e di cuore come pochi. Ma anche testardi e conservatori fino al midollo. Ricordo che, durante le riprese del film, la troupe allestì un piccolo banchetto di formaggi e carne sarda per soddisfare il nostro appetito in una pausa delle riprese. Da sottolineare che io praticamente non mangio carne...beh, ricordo questo omone sulla sessantina di Tonara tutto barbuto che armato di leppa cercò di "persuadermi" per circa 28 minuti, nel tentativo di farmi assaggiare il porceddu. Vinsi io. Ma lui non mi ha più rivolto parola.

Qualche aneddoto dal set?
Quando ti trovi a lavorare nel cinema indipendente e in un film a basso costo, corri sempre qualche rischio... ma son giovane, sono agli esordi, e me ne frego... questo set ha richiesto un grosso spirito d'adattamento, anche a gente che è  nel campo da decenni più di me. Ricordo il primo giorno di riprese, io e il mio collega Piero Calabrese avevamo la convocazione sul set per l'ora di pranzo. La troupe era tutta impegnata sin dal mattino e nessuno poteva staccarsi dal set per venirci a recuperare. Ci siamo andati in autostop.

Marco Biscardi sul set di ''A morte''Tornerebbe a recitare su un set sardo?
Anche a piedi...la Sardegna è senza dubbio la mia seconda casa.  
La prima cosa che ho voluto imparare appena sbarcato sull' isola è stata questa frase: "Tignu sa Sardinia in su coru"  e poi avete la morra............
 
Com'è nata la collaborazione con il regista Gianluca  Sulis?
Grazie a  internet, mi ha contattato dopo aver visionato qualche mio lavoro. Se dovessi descrivere questa relazione direi che burrascosa sarebbe il termine esatto: due teste dure. Due acquari. Due elementi a rischio megalomania. Ma anche due innamorati cronici del cinema. In questi casi le opzioni sono due: o si distrugge qualsiasi forma di scambio e collaborazione e si finisce a ciak e sedie tirate sul set; oppure si canalizza tutta questa energia fumosa e si decide di fare assieme un grande percorso artistico e soprattutto umano... noi abbiamo scelto quest'ultima opzione. E ne sono fiero. E quando ora penso al mio regista sardo, sorrido.

Marco Biscardi sul set di ''A morte''Gli attori hanno partecipato economicamente al film com'è andata?
Molti  di  noi hanno accettato di lavorare a cifre pressochè ridicole, qualcun altro anche gratis. Ma credevamo tutti nel progetto, e tanto basta. Per il cinema questo e altro!  

Come ha iniziato a fare l'attore?

Avevo già girato oltre 30 cortometraggi da protagonista. "A Morte!" è stato il primo lungometraggio...il primo amore non si scorda mai...Ho deciso a 17 anni di fare questo lavoro, lavorando nei villaggi turistici e calpestando per la prima volta quel meraviglioso insieme di ferro e legno che è il palcoscenico.
 
Marco Biscardi sul set di ''A morte''Un sogno nel cassetto?
Diventare un attore internazionale. Non per il successo, per gli autografi o per i capelli strappati. Ma per essere un esempio. Per dare il mio grande contributo al cambiamento di questo sistema che danneggia l'arte, la cultura e il talento. Per raccontare a milioni di persone che i sogni vanno sempre inseguiti. Tutti possediamo la nostra spiccata qualità innata. Bisogna solo imparare a tirarla fuori. Mettersi un obiettivo e lavorare sodo ogni giorno per raggiungerlo.

Progetti futuri?
In questo momento storico, in Italia, puoi avere anche 10.000 progetti e corri il rischio di non vederne realizzato manco uno. Per quello prima  parlavo di fiducia. O ce l'hai o sei fuori. Oppure fai la scelta di avere delle spinte. Io scelgo solo la fiducia. Ma almeno posso guardarmi ogni giorno allo specchio e sorridere e gioire della persona che sono.

Articoli correlati:

Nuovo ciak per Sulis. Fra simbolico e reale 

 

 

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni