Percorso

"La settima stanza" di Marta Meszaros

di Quintina Culurgioni

La settima stanza, un film su Edith Stein di Marta Meszaros. Edith Stein: Breslavia 1891 – Auschwitz - Birkenau 1942, Filosofa della Fenomenologia. Tre donne di pensiero hanno illuminato la pensosità ombrosa della Filosofia del’ 900: Simone Weil, Hannah Arendt, Edith Stein. Persino gli uomini di pensiero hanno ancora da imparare da queste complesse personalità. Che il Cinema sia un apparecchio affascinante, che può penetrare e scrutare la Coscienza e lo Spirito dell’Umanità é evidente fin dalle prime prove della sperimentazione della fotografia e delle foto in movimento.

Il cinema è nato in Francia: Zola è stato un modernissimo fotografo ed i “Frères Lumière” hanno sorpreso l’Ottocento con i loro bianchi e neri eleganti e lievi. Così, illuminare “la Notte oscura”, dentro la quale si è sempre svolta la vita ed il pensiero tortuoso di Edith Stein, è apparso a Marta Meszaros come un compito essenziale e necessario.Coinvolta, ecco come appare Marta M., coinvolta, immersa, quasi un “Alter Ego” di Edith.Il suo sguardo fotografico, molto mittel-europeo, fiammingo, caravaggesco, Ver-Meeriano, ricco di forti contrasti di colore, privo di riferimenti alla Natura, ai fiori, agli alberi, alle albe, ai tramonti... il suo sguardo analitico, sintetico, profondo, esistenziale ed essenziale, offre ai nostri occhi, al nostro Spirito una Storia umanissima e tragica. Moni Ovadia accompagna con tenere e vivaci musiche Kzemer e dolenti canti ebraici i momenti più suggestivi del film. La miglior allieva del filosofo Husserl (padre della Fenomenologia), a Friburgo, affronta la vita e le scelte quotidiane in una cornice di nazismo incipiente. Lei è un’ ebrea convertita al Cristianesimo cattolico. Si è fatta battezzare da un’amica filosofa protestante: Edwis Conrad-Martius. La mamma (una “mamele” ebrea che ha cresciuto una famiglia da sola e che non accetterà la conversione di Edith; sempre ostinata sul quesito: “ma perché Lui si è creduto figlio di Dio?”) Edith, segnata dalla malattia, dalla fragilità nervosa, dalla depressione, cercherà di sublimare in un’impossibile Ascesi il suo tormento d’amore, di vita, di scelte. Lo studio di San Tommaso d’Aquino, di Santa Teresa d’Avila, di San Juan de la Cruz, accompagneranno il suo percorso di vita.Le cadute, le ribellioni, le rivolte saranno tragiche ed umanissime. Attraverso il percorso mistico del viaggio nelle 7 stanze (ogni stanza è una tappa nella ricerca dell’unione con Dio, a scapito del corpo e del richiamo tentatore della vita), ritroverà il senso della Condizione umana, così come lo concepiva la carmelitana Santa Teresa d’Avila, d’ascendenza ebraica spagnola, fondatrice dell’Ordine delle Carmelitane scalze.Marta M. coglie con intelligenza due momenti fondamentali della vita di Edith: il ballo in maschera dove Eros e Thanatos si conciliano in maniera straziante e nell’ingresso di Edith nelle varie stanze, attraverso un irruento sbattere di porte oscure, che si chiudono e si aprono e raramente si illuminano di Vita.Il percorso tracciato sull’orrore del nazismo e la disperata ricerca del Tempio e del Cristo e della Gerusalemme celeste porteranno Edith alla vera meta: Auschwitz.Nessuno consegnerà al Papa Pio XI la Lettera in cui chiedeva angosciato aiuto per gli Ebrei d’Europa.Edith morirà con Rosa, sua sorella, come Ebrea e per gli Ebrei.Edith morirà come cristiana, per i cristiani.Edith morirà come essere umano, per l’Umanità.Oggi Edith protegge l’Europa. Marta M. è riuscita ad illuminare il labirinto di una “Notte oscura”.Poche le stelle, il cielo oscuro, il mistero della Mente e della Coscienza.Talvolta anche il Cinema può essere Poesia.

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