Percorso

Applausi a Babel (e fischi ai trentenni)

Bilancio positivo per il festival dedicato alla tutela delle lingue minoritarie. Unica pecca, la pigrizia dei giovani cagliaritani, assenti ingiustificati in una manifestazione all’insegna della multietnicità. di Giuseppe Novella
 
 
Sabato 11 dicembre ha avuto termine il "Babel Film Festival", rassegna di cinema dedicata alle lingue di minoranza, che con la sua prima edizione ha reso la città di Cagliari teatro di un evento di primaria importanza nell'ambito della salvaguardia e della tutela delle lingue minoritarie. Il festival si è presentato come un'iniziativa originale, ben congegnata, con incontri e attività riguardanti numerosi aspetti della comunicazione, cinematografica e non. Le promesse sono state mantenute, e l'organizzazione ha proposto una sei giorni intensa e densa di appuntamenti, sfidando il pubblico cagliaritano anche con un'immagine accattivante, delle belle locandine, materiale divulgativo redatto in tre lingue, che di certo avrebbe potuto, e dovuto, fare venire più "acquolina" nella bocca dei cagliaritani, specialmente dei più giovani. Purtroppo però prima di smuovere la maggior parte delle persone dalle proprie case bisogna davvero fare i miracoli e la risposta degli "under 30" sembra essere stata bassa. Troppo bassa per una proposta così interessante e così potenzialmente esplosiva, culturalmente parlando.

Marco Antonio PaniE' un peccato che, in un momento in cui il dibattito attorno alla tutela della lingua sarda è così intenso, ci sia una così scarsa risposta da parte dei giovani attivisti e non attivisti ad un'iniziativa che invece fa di questo problema un argomento da trattare sotto molteplici sfaccettature, in maniera sempre interessante, tanto da riempire agevolmente una settimana di incontri, dalla mattina presto alla sera tardi. Una piccola critica forse è da muovere anche all'organizzazione del Babel film festival: per quanto tutto ben congegnato (e da esperti del settore, pertanto in merito nulla da dire), come detto sopra il festival meritava una diffusione più capillare, che potesse sensibilizzare maggiormente la popolazione "giovane" di Cagliari. Trattandosi della prima edizione, ogni spunto sarà buono per fare meglio, e per invogliare magari la Regione Sardegna a elargire contributi più sostanziosi per la pubblicità: il passo è stato fatto, speriamo che si trasformi in una lunga passeggiata.

Marina AneddaVeniamo alla premiazione vera e propria, avvenuta in un gremitissimo (questa volta sì) Auditorium Comunale. L'assegnazione  dei premi è stata accompagnata sia dalle clip dei film, che da una motivazione per la quale il film vincitore è stato premiato. Ecco una breve lista dei film vincitori con relativo premio: per il primo premio FICC, il film vincitore è stato “Panas”, di Marco Antonio Pani. Per il premio Gold Spike Price, è stato premiato "The broken moon" di Marcos Negrao. Il premio NUCT è andato a Marina Anedda, con "s'Animu". Infine i premi Maestrale, attribuiti dalla città di Cagliari, che hanno premiato il film che meglio descrive le minoranze del capoluogo, il miglior film di fiction, e infine il miglior documentario. I premi sono andati rispettivamente a Salvatore Mereu con "Via Meilogu 18", "Anona Putz" di Telbo Shnal, e infine "Rumore  bianco" di Alberto Fasulo.

Alberto FasuloAl di là di ciò che la sterile lista riportata sopra può lasciar pensare, anche il momento della premiazione è stato intervallato da attimi di stacco, tuttavia coinvolgenti. La presidentessa dell'Associazione Internazionale Sordi Luciana Ledda è infatti intervenuta per esprimere tutta la propria solidarietà al festival: "Il Babel è una dimostrazione che i sordi possono imparare la cultura e possono esprimere una propria cultura", rivolgendo poi un appello all'intero stato italiano, chiedendo di attenersi alle convenzioni ONU, che fanno della Lingua Internazionale dei Segni una lingua standard.
Ultimo, esilarante intervento ad opera di Rossella Faa e Giacomo Deiana, che spezza il ritmo delle premiazioni con uno scanzonato spettacolo con canzoni e uno strepitoso humour, dal sapore tipicamente sardo. Chiude la serata la festa di Bentesoi, duo sardissimo, che propone musica altrettanto sarda scaldando la notte con le sue note. Tirate le somme, un ottimo lavoro.
Nella speranza che il prossimo anno la straripante forza comunicativa della multietnicità coinvolga più pubblico, più spazi pubblici, arrivando ad essere davvero un evento cardine per la cultura espressa in lingue, orgogliosamente, di minoranza.
 
15 dicembre 2010
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