Percorso

A lezione di show

Anticipiamo alcuni dei contenuti che Lucio Argano, docente a La Sapienza e alla Bocconi, introdurrà sabato prossimo in occasione del corso di Management dell'arte e dello spettacolo organizzato a Cagliari. Perché come scriveva Wilde "L'arte è di tutti e va tutelata". di Maria Castellani

Lucio Argano«Un Paese senza arte smetterebbe di interrogarsi e di sognare;/ non avrebbe né interesse nel passato né curiosità sul futuro.» Si chiude con parole che suonano di amara profezia sul destino del Belpaese “Why the arts matter” di John Tusa (già amministratore delegato del Barbican Arts Centre di Londra e prima alla BBC), che Lucio Argano cita in apertura del capitolo “Esperienze” nel suo sito personale.

Non è difficile immaginare quali siano le priorità del manager romano docente al DAMS di Roma Tre e alla Cattolica di Milano e insegnante di gestione dei grandi eventi nei master de "La Sapienza" e della "Bocconi" come dell'Accademia della Scala, che sabato 29 gennaio al Conservatorio di Cagliari spiegherà agli allievi del Corso di Management dell'Arte e dello Spettacolo a cura di UNASp/Acli “La gestione di un progetto di spettacolo”. Inevitabile chiedere al responsabile del coordinamento generale, strategie e sviluppo della Fondazione Cinema per Roma e del Festival Internazionale del Film di Roma notizie sulla kermesse della capitale che - mentre chiudono le sale storiche e continuano le proteste contro i tagli alla cultura (che hanno invaso anche il red carpet romano) - ha acceso i riflettori sulla decima musa.

Il festival del cinema di RomaL' evento di Roma è nato nel 2006 come Festa del Cinema (per diventare Festival nel 2008) un po'  per impulso della politica e dell'amministrazione di allora, per riportare nella capitale un focus sul cinema e sul pubblico, quindi con il carattere di grande kermesse popolare, puntando sul classico tappeto rosso e la passerella delle star ma riservando anche attenzione alla sperimentazione e alla ricerca dei mercati.

Una sorta di vetrina del cinema italiano nel mondo?
Fino agli anni '90 a Milano si svolgeva una grandissima fiera dell'audiovisivo, il MIFED, poi sparito per la diretta concorrenza del "Los Angeles Film Festival" dedicato al cinema indipendente; in Europa non sono molte le occasioni d'incontro tra registi e produttori, e Roma si colloca (in prospettiva) accanto a Cannes e Berlino. Roma è in ottobre mentre in Europa il mercato si svolge nel primo semestre: la kermesse ha, può e dovrebbe avere quindi il senso di una manifestazione che rivitalizzi la presenza e il ruolo del cinema in Italia e in Europa su uno scenario più internazionale.

Non sono mancate però le polemiche..
Era importante anche definire l'identità del Festival rispetto a manifestazioni già esistenti, dalla Mostra del Cinema di Venezia al "Torino Film Festival": si è detto, ed è proprio il rischio da evitare, di una possibile e direi inutile se non controproducente “concorrenza” a Venezia e Torino (salvo se si tratta di assicurarsi esclusive, artisti e anteprime!). Il festival di Roma comunque è partito, all'inizio percepito un po' come un ricco carrozzone con tanti soldi: grandi aspettative e molti mezzi non bastano a fare un festival; dopo il successo e la curiosità iniziale per restare doveva ripensare le sue caratteristiche. Così c'è stata la svolta, da “festa” a “festival” senza rinunciare alla matrice “popolare” e favorendo la partecipazione del pubblico ma anche degli operatori con una serie di eventi collaterali. I numeri sono importanti: nell'edizione 2010 sono stati staccati 118mila biglietti, con un incasso lordo di 460mila euro; si è puntato sulla partecipazione degli studenti, sono state coinvolte quasi 200 scuole e più di 10mila alunni; è un modo per risvegliare l'interesse per il cinema in modo trasversale, e un ruolo importante giocano gli sponsor.

Effetto del management?
Il management è semplicemente un insieme di approcci, filosofia e strumenti per governare e gestire una situazione; non è una panacea per risolvere tutte le problematiche delle organizzazioni culturali.

''Man on wire''Che può fare per il cinema il Festival di Roma?
Se Venezia giustamente è considerato un passaggio prezioso per dare visibilità e peso ad un film, Roma ha un altro modo di incidere più legato al processo produttivo: come vetrina, penso a “Man on wire”, il documentario di James Marsh, sull'impresa di Philippe Petit, il funambolo che 34 anni fa “passeggiò” su una corda tesa tra le Torri Gemelle di New York – ospitato da noi nel 2008, poi vincitore dell'Oscar e di molti altri premi in giro per il mondo; e così “Taxi on the Dark Side” di  Alex Gibney. Tra gli eventi speciali del 2006, l'anteprima di “The Departed” di Scorsese, che nel 2007 si è aggiudicato 4 Premi Oscar e un Golden Globe per la regia, oltre ai vari riconoscimenti della critica.

''Departed''Ma soprattutto vorrei mettere l'accento su un'altra cosa che accade a Roma: un progetto che si chiama New Cinema Network, a sostegno delle opere prime e/o seconde: 1000 ospiti e 1200 appuntamenti in 4 giorni per far incontrare registi e produttori, con l'intento di arrivare alla realizzazione di film no budget che altrimenti resterebbero solo (belle) idee. E' quel che è successo con “The Milk of Sorrow” della peruviana Claudia Llosa, Orso d'Oro a Berlino: la sua opera prima, “Madeinusa” era stata presentata alla Festa del Cinema. E “L'uomo che verrà” di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto è stato coprodotto in questi matches del Festival di Roma.

''The milk of sorrow''Su cosa verterà l'incontro di sabato a Cagliari?
Ho accolto volentieri l'invito di Francesco Pilia, perché penso che il Corso di Management dell'Arte e dello Spettacolo cui partecipano giovani artisti e soprattutto operatori e professionisti che si confrontano su tematiche “sensibili” legate al proprio lavoro sarà l'occasione, come già nella scorsa edizione, di uno scambio di idee ed esperienze, più che una lezione accademica – non ho la sindrome della Madonna e delle verità rivelate, credo che sia importante però condividere il proprio sapere. Parlerò, anzi parleremo del marketing, che non è altro che buona organizzazione, buona capacità di portare avanti dei progetti con senso di responsabilità, visto che si spendono anche i soldi degli altri – cioè il denaro pubblico - e dare l'opportunità ad altri, gli artisti, di fare al meglio il lavoro  di creazione.

Sarà un dibattito su quali devono essere oggi impegno e strategie e strumenti, in uno scenario complesso come quello contemporaneo, anche rispetto anche all'atteggiamento della politica nei confronti della cultura: si potrebbe citare Oscar Wilde e l'aforisma per cui “La vita è quel che succede mentre noi facciamo altro” per definire l'attuale, totale irresponsabilità della politica verso la cultura e il patrimonio del nostro paese. L' arte è di tutti e va tutelata: inventare nuove forme per promuoverla, farla conoscere e apprezzare, è compito degli operatori, che devono con discernimento mettere in moto la fantasia.


Per saperne di più:
www.lucioargano.it

www.managementartespettacolo.com

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26 gennaio 2011

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