Percorso

"Il cigno nero" di Darren Aronofsky

di Clara Spada

''Il cigno nero'' locandinaDarren Aronofsky è un regista diretto, duro, sconcertante. I suoi film, belli, spesso trasformano le immagini in strip da fumetto: corridoi stretti, palazzi squadrati, ambienti cupi, personaggi asettici, storie in bilico fra reale e surreale. Non gli piacciono le mezze misure: il sangue è sangue, i muscoli sono muscoli, il sesso è sesso. E ogni volta fa incetta di nomination e di premi ovunque si presenti.

In “The Wrestler” ha ripescato un Mickey Rourke messo all’angolo dalla vita trasformandolo in un bestione da ring tutto muscoli e grande pérformance, vincitore di premi, un vero trionfo.
Anche “Il Cigno Nero”, basato sul celebre balletto di Ciaikovskiy, è una lotta per la vittoria trasferita dal quadrato alle tavole del palcoscenico, dove il balletto classico è eterea grazia e poesia e il tutù maschera altrettanti muscoli potenti.
La storia del film richiama quella ormai lontana di “The Turning Point” (Golden Globe 1978 per il miglior film) ma se nel secondo è una lotta fra “madri” nel primo l’intreccio è più complesso.

''Il cigno nero''C’è una madre (Barbara Hershey) che usa la figlia per riscattare le proprie frustrazioni di ballerina mancata, un direttore – dittatore (eccellente fascinoso Vincent Cassel) che pretende il massimo dal suo corpo di ballo, corpo compreso, l’étoile spodestata e incattivita (irriconoscibile Winona Ryder), la spudorata rivale che in fondo se ne frega di ottenere l’ambito ruolo di prémiere preferendo scambi concreti con maschi disponibili (Mila Kunis). E infine c’è lei, Nina, stupendamente interpretata da Natalie Portman (già bravissima partner di Jean Réno in “Léon”) che combatte la lotta interiormente e tanto intensamente da mescolare realtà e sogno, che deve ferirsi a sangue per sentirsi viva, docile bambina oggetto nelle mani di sua madre ma che la passione per Thomas uomo e maestro la porta a superare i limiti dell’innocenza del cigno bianco trasformandosi in donna a tutto campo nella interpretazione perfetta del cigno nero.

''Il cigno nero''Per il suo carattere borderline è un cammino duro, pericoloso, cruento, fatto di iniziazioni a sesso e droghe, vere violenze su se stessa. Solo così, uccidendo la sua adolescenza preservata dalla madre, può giungere alla perfezione sulla scena pretesa da Thomas. Diventa una donna passionale, una primadonna sublime. Ma il prezzo che paga è altissimo.
“Il Cigno Nero” è un film di doppio impatto: può o non può piacere al pubblico ma, con hitchcockiane rimembranze di “Marnie” e de “La Donna che Visse Due Volte”, è innegabile che sia un prodotto di altissimo livello e di forti emozioni. E’ già stato premiato al Festival di Venezia e al Golden Globe, è in gara all’Oscar con cinque nomination, molto probabilmente non avrà grande successo al botteghino  però sarà un film difficilmente dimenticabile.

23 febbraio 2011

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