“Deveti Krug” di France Stiglic
Il cinema jugoslavo e la Shoah. di Alessandro Matta
Il Nono Cerchio , ha un chiaro richiamo alla Divina Commedia .
Il nono è infatti l’ultimo dei gironi infernali e il film è presentato come la storia di una vera e propria discesa agli inferi, in un non convenzionale tentativo di raccontare l'orrore del lager.
Durante la II guerra Mondiale , per salvare una ragazza ebrea , la cui famiglia è stata appena deportata dai nazisti e dai loro collaboratori, una famiglia croata organizza un matrimonio in bianco tra la giovane e il loro figlio. Dapprima il giovane uomo si lamenta di questa fine improvvisa della sua giovinezza spensierata e nonostante l’amicizia tra la sua famiglia e la famiglia ebrea della protagonista , l’amore tra lui e la giovane Ruth è spesso costellato di momenti travagliati o di pericolo, nei quali tuttavia il giovane è in grado di difendere la ragazza. Tuttavia, Ruth viene catturata in un raid per la strada, e il giovane uomo corre a cercarla, consapevole del fatto di finire anche lui in un campo nazista.
Questo bel film dello Sloveno Stiglic è stato vincitore di parecchi premi: Nomination all’Oscar come miglior film straniero del 1960, nomination per la Palma d’oro a Cannes del 1960 e vincitore di ben 3 Golden arena Award , di cui due per miglior attrice a Dusica Zegarac, e uno per miglior attore co-protagonista a Branko Tatic. Può essere diviso in due momenti : una I parte altamente lirica nella quale la vita precedente all’inizio delle persecuzioni , allegra e spensierata , e la fase del matrimonio in bianco sono rappresentati con un andamento lento che preannuncia , specialmente dalla colonna sonora, la prossima tragedia che si evidenzierà nella II parte, che inizia con una magistrale scena in cui la giovane Ruth corre tutta la città attraversata da un bombardamento dondolandosi in una altalena di un parco pubblico al ritmo delle bombe che cadono, e finisce in un lager dove la ragazza e il suo amato troveranno un drammatico epilogo per la loro storia d’amore.
Lungi dall’essere il classico prodotto con finale felice alla Americana , il film di Stiglic è uno dei primi film ad avere presentato la tragedia non solo della deportazione Nazista degli ebrei di Zagabria e della Croazia, ma anche il delicato tema dei collaborazionisti fascisti croati (pensiamo solo alle scene in cui Ruth è presa di mira, perché riconosciuta come ebrea , da alcuni colleghi del marito appartenenti a milizie Ustascia , che poi ritroviamo in alcune scene nel campo nazista impegnati nello sterminio di un popolo).
Un film rimasto a lungo dimenticato che non sarebbe male riscoprire per riflettere e non dimenticare.