“La guerra segreta di suor Katryn” di Ralph Thomas
di Alessandro Matta
Anzitutto l’acutezza con la quale il regista , il britannico Ralph Thomas, ha saputo abilmente combinare ben tre generi diversi tra loro : docu-fiction storica, drammatico, azione.
Il film di Thomas inizia con una serie di cinegiornali originali del 1943 in inglese, che presentano allo spettatore la realtà di quanto accadde in Italia col 25 Luglio 1943, il Gran consiglio che decretò la caduta di Mussolini, il suo arresto, l’armistizio dell’8 Settembre 1943, l’invasione dell’Italia centro Settentrionale da parte delle truppe naziste e l’inizio della lotta partigiana nel centro Nord Italia.
Ma c’è di più! Suor Katryn arriva a prendere delle posizioni estremamente filosioniste, arrivando a dire che vi sarà in futuro uno stato nel quale questi bambini saranno liberi di definirsi ebrei fra i loro correligionari.
In una pellicola inglese questo è qualcosa di straordinario.
Ma ancora più straordinario , è quanto viene proposto agli occhi dello spettatore quando si decide di cercare qualche rabbino che possa celebrare lo yom kippur per i piccoli rifugiati del convento. Arriva infatti nel convento portato da un prete amico di suor Katryn , un rabbino partigiano. Quindi, si affronta in questa pellicola, seppur a grandi linee e senza scendere nel particolare, anche la questione della “Resistenza ebraica” al Nazifascismo. Il film di Thomas è da vedere e da discutere.
Si tratta di una delle pellicole europee sulla Shoah più interessanti del periodo dell’immediato secondo dopoguerra, in cui è chiara l’intenzione di rappresentare il popolo ebraico, fra mille possibili angolazioni, dal punto di vista della sua profonda identità religiosa e culturale.
Girato nel 1960, il film è ambientato in Italia, la sua protagonista Suor Katryn è una nobile di origini tedesche che ha abbandonato la vita altolocata per divenire una suora al servizio dei più deboli e degli indifesi , divenuta nel tempo madre superiora di un convento di Arezzo.
Durante l’occupazione nazista dell’Italia, la madre superiora Katryn con le sue consorelle, si adopera per salvare la vita a numerosi bambini ebrei prigionieri di un vicino campo di concentramento .
Inizialmente, sembra che ci si trovi davanti all’ennesimo film che presenta il solito binomio “Preti e suore Cattoliche che nell’Italia occupata dai tedeschi salvano tante vite umane” proprio di tante altre pellicole anche successive a questo periodo (pensiamo solo a “Assisi Underground” di Ramati), ma con uno sguardo più attento del film , appaiono elementi di straordinaria unicità.
Girato nel 1960, il film è ambientato in Italia, la sua protagonista Suor Katryn è una nobile di origini tedesche che ha abbandonato la vita altolocata per divenire una suora al servizio dei più deboli e degli indifesi , divenuta nel tempo madre superiora di un convento di Arezzo.
Durante l’occupazione nazista dell’Italia, la madre superiora Katryn con le sue consorelle, si adopera per salvare la vita a numerosi bambini ebrei prigionieri di un vicino campo di concentramento .
Inizialmente, sembra che ci si trovi davanti all’ennesimo film che presenta il solito binomio “Preti e suore Cattoliche che nell’Italia occupata dai tedeschi salvano tante vite umane” proprio di tante altre pellicole anche successive a questo periodo (pensiamo solo a “Assisi Underground” di Ramati), ma con uno sguardo più attento del film , appaiono elementi di straordinaria unicità.
Anzitutto l’acutezza con la quale il regista , il britannico Ralph Thomas, ha saputo abilmente combinare ben tre generi diversi tra loro : docu-fiction storica, drammatico, azione.
Il film di Thomas inizia con una serie di cinegiornali originali del 1943 in inglese, che presentano allo spettatore la realtà di quanto accadde in Italia col 25 Luglio 1943, il Gran consiglio che decretò la caduta di Mussolini, il suo arresto, l’armistizio dell’8 Settembre 1943, l’invasione dell’Italia centro Settentrionale da parte delle truppe naziste e l’inizio della lotta partigiana nel centro Nord Italia.
Malgrado la storia che si traspone sullo schermo è del tutto inventata (non è mai esistito in Italia quel campo rappresentato nel film, chiamato in modo se vogliamo anche errato “Stalag 19”, con una confusione tra campi di concentramento per civili e campi per internamento militare) lo spettatore a inizio pellicola è immerso in un prologo teso a dare a tutto il racconto il massimo della precisione. Cosa rara per le pellicole dell’epoca.
Il film di Thomas è poi un drammatico, in quanto ci mostra una storia con protagonisti dei bambini , i più indifesi tra gli indifesi. Tuttavia questo dramma presenta caratteri propri dell’ azione più pura.
Thomas, infatti , regista di successo in Gran Bretagna, riesce a tenere lo spettatore letteralmente teso sulla poltrona, con delle scene piene di suspance.
Pensiamo per esempio, alla scena nella quale l’aiutante del convento che si occupa clandestinamente di portare fuori dal lager i piccoli bambini , nascondendoli in un camion pieno di viveri e forniture per il convento , è costretto a scaricare il contenuto del camion che “Nasconde” i piccoli fuggiaschi con un forcone davanti agli occhi vigili del comandante del lager, venuto a verificare che non siano le suore a fare scappare i bambini dal lager, facendo assoluta attenzione che nessuno dei bambini nascosti sotto quel materiale venga colpito accidentalmente , con le suore terrorizzate per una probabilità in quei secondi altissima di venire tutte quante scoperte nei loro intenti.
Il film di Thomas è poi un drammatico, in quanto ci mostra una storia con protagonisti dei bambini , i più indifesi tra gli indifesi. Tuttavia questo dramma presenta caratteri propri dell’ azione più pura.
Thomas, infatti , regista di successo in Gran Bretagna, riesce a tenere lo spettatore letteralmente teso sulla poltrona, con delle scene piene di suspance.
Pensiamo per esempio, alla scena nella quale l’aiutante del convento che si occupa clandestinamente di portare fuori dal lager i piccoli bambini , nascondendoli in un camion pieno di viveri e forniture per il convento , è costretto a scaricare il contenuto del camion che “Nasconde” i piccoli fuggiaschi con un forcone davanti agli occhi vigili del comandante del lager, venuto a verificare che non siano le suore a fare scappare i bambini dal lager, facendo assoluta attenzione che nessuno dei bambini nascosti sotto quel materiale venga colpito accidentalmente , con le suore terrorizzate per una probabilità in quei secondi altissima di venire tutte quante scoperte nei loro intenti.
Ma questa pellicola presenta anche due elementi in più che meritano assoluta attenzione.
Pur essendo una pellicola girata “all’ombra del campanile” e destinata quindi anche a venire distribuita negli anni ’60 specialmente in circoli parrocchiali , in quanto la sua ambientazione è molto intrisa di cattolicesimo , e pure essendo ancora questa pellicola un film girato ben cinque anni prima del concilio Vaticano Secondo, nel 1960, la protagonista arriva a dare dei messaggi estremamente in anticipo coi tempi per quanto riguarda il concilio e la futura vicinanza che negli anni a venire si vedrà tra la fede cristiana e la fede ebraica, arrivando a paragonare le due fedi fra loro e a consentire ai bambini di celebrare nel convento la cerimonia dello Yom Kippur , davanti agli occhi increduli di tutte le suore convinte di essere “In errore” nel consentire qualcosa del genere.
Pur essendo una pellicola girata “all’ombra del campanile” e destinata quindi anche a venire distribuita negli anni ’60 specialmente in circoli parrocchiali , in quanto la sua ambientazione è molto intrisa di cattolicesimo , e pure essendo ancora questa pellicola un film girato ben cinque anni prima del concilio Vaticano Secondo, nel 1960, la protagonista arriva a dare dei messaggi estremamente in anticipo coi tempi per quanto riguarda il concilio e la futura vicinanza che negli anni a venire si vedrà tra la fede cristiana e la fede ebraica, arrivando a paragonare le due fedi fra loro e a consentire ai bambini di celebrare nel convento la cerimonia dello Yom Kippur , davanti agli occhi increduli di tutte le suore convinte di essere “In errore” nel consentire qualcosa del genere.
Ma c’è di più! Suor Katryn arriva a prendere delle posizioni estremamente filosioniste, arrivando a dire che vi sarà in futuro uno stato nel quale questi bambini saranno liberi di definirsi ebrei fra i loro correligionari.
In una pellicola inglese questo è qualcosa di straordinario.
Ma ancora più straordinario , è quanto viene proposto agli occhi dello spettatore quando si decide di cercare qualche rabbino che possa celebrare lo yom kippur per i piccoli rifugiati del convento. Arriva infatti nel convento portato da un prete amico di suor Katryn , un rabbino partigiano. Quindi, si affronta in questa pellicola, seppur a grandi linee e senza scendere nel particolare, anche la questione della “Resistenza ebraica” al Nazifascismo. Il film di Thomas è da vedere e da discutere.
7 marzo 2012