Percorso

Fumetti - L. Crippa

"La vita di Adèle" di Abdellatif Kechiche

di Luca Crippa

''La vita di Adele''La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2, Francia, Belgio, Spagna 2013 - regia di Abdellatif Kechiche
Sorpresa. Sicuramente non tutti sanno che il film di Abdellatif Kechiche (vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes, nel 2013) “La vita di Adèle” prende spunto da un fumetto.

Il che fa capire ancora una volta come la “nona arte” (così è numerata quella del fumetto, dopo la settima, cinema, e la ottava, radio e tv) abbia una potenza notevole in quanto a spunti e tematiche di riflessioni anche non facili. Il titolo originale dell’opera è “Le Bleu est une couleur chaude”, il blu è un colore caldo.

''La vita di Adele''Il colore blu infatti ricorre spesso nelle illustrazioni del racconto, ed è risaputo che il blu è un colore freddo. Quindi si ribalta il concetto esprimendo come le cose possono essere differenti e come un colore freddo possa diventare simbolo di passione. Le illustrazioni sono eleganti, morbide, senza troppo colore, spesso in bianco e nero se non per gli accenni di azzurro e blu. Il fumetto ha nella narrazione una forma retrospettiva, parte dalla scrittura lasciata dalla protagonista, a cui spetta un destino molto più tragico di quello raccontato nel film.
Inizia a colori per poi lasciare al blu il valore tonale protagonista e al resto toni malinconici di seppia e nero. È una storia molto più drammatica che mette in risalto la sofferenza che una coppia “diversa” deve ancora oggi affrontare. Il colore torna poi ad affacciassi nella vita nuova che porta Emma fuori dalla casa dove è cresciuta, a seguito della scoperta, da parte dei genitori della sua omosessualità.

''La vita di Adele''L’autrice del fumetto, Julia Maroh è un’autrice di fumetti francese, ha studiato nell’Accademia di Belle Arti dii Bruxelles, diplomata in arti visive e in Litografia e Incisione. È la fondatrice della fanzine “Guacamole” e “Il blu è un colore caldo” è la sua prima Graphic Novel.
E non è molto soddisfatta del film. Per lo stesso motivo per cui ha un poco deluso anche me, dopo essermi documentato sul fumetto, che fino a ora non era mai uscito in Italia, ma che, dato il successo del film, è adesso distribuito dalla Rizzoli - Lizard, in un volume di 152 pagine. L’originale era stato pubblicato nel 2010 dalla Glénat.

''La vita di Adele''Il fumetto mette in risalto appunto le problematiche di una relazione omosessuale, nei rapporti con la famiglia e con il mondo, e che comporta una debilitazione anche psicologica, in tanti casi un senso di persecuzione. E infine la depressione di Clem, la malattia, la morte.
Tutte cose assenti nel film, che, a parte una scaramuccia con la compagnia di classe omofoba, presenta la storia in un contesto di quasi “normalità” e tranquillità, lasciando poi la problematica di coppia ridotta a una normale storia di film d’amore: il mettersi assieme, il sesso, gli amici, i parenti, e poi il momento di calo e trascuratezza, il tradimento e via così. Se non si fa parte parte del genere di persone facili a scandalizzarsi per le scene di sesso o di “diversità” della relazione, alla fine la storia, seppure ben presentata, ben realizzata, riesce ad annoiare, in confronto alle aspettative.

''La vita di Adele''Se invece ci vogliamo slegare dal fumetto e dalle intenzioni dell'autrice, il film  di Abdellatif Kechich  (attore, regista e sceneggiatore tunisino naturalizzato francese, autore dello splendido “Cous-cous”, de “La schivata” e de “Venere nera”) è, in ogni caso, ottimamente diretto, e scruta in modo quasi documentaristico le reazioni, le espressioni, i cambiamenti di umore e di tono, in questo percorso di vita, dei due personaggi.
Si accennano le differenze di classe sociali moderne, si sottolinea la crescita personale delle protagoniste. Le due attrici, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux sono splendide nella loro partecipazione emotiva, carnale, e la naturalezza della recitazione è grandiosa. Senza paragonarci alla Graphic Novel, quindi, un film da guardare e apprezzare.

5 febbraio 2014

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