Percorso

I Classici - C. Castaldi

''Scemi di guerra: La follia delle trincee'' di Enrico Verri (2008)

di Claudio Castaldi

''Scemi di guerra''E’ in corso il X seminario di Archivi e Storia Contemporanea (A.S.C.) organizzato dal Prof. Claudio Natoli, ordinario di storia contemporanea della facoltà di lettere e filosofia, Università di Cagliari, in collaborazione con l’Archivio di stato Storico di Cagliari e la Società Umanitaria.

Il tema proposto per l’anno 2015 è: ”La Grande Guerra e la Sardegna: la fine del 'mondo di ieri' e l’impatto traumatico della modernità del Novecento”. L’obiettivo di questa iniziativa e far conoscere quali sono e come si fa ricerca sulle fonti della storia contemporanea, periodo della storia che va dal 1870, Roma capitale ufficiale d’Italia fino ai giorni nostri.

La Storia contemporanea oltre a una forte componente documentaria cartacea reperibile presso gli archivi di stato, un rilievo particolare è dato anche alle fonti cinematografiche.
Lunedi 13 aprile incontro introduttivo del seminario è stato presentato il documentario: “Scemi di Guerra: la follia delle trincee” di Enrico Verri, 2008, da considerarsi un vero e proprio documento storico che attesta la realtà della vita dei soldati nelle trincee durante la grande guerra (1914-1918) dalla loro chiamata alle armi fino a tutte le problematiche psichiche che la guerra ha segnato nei soldati al punto tale da essere internati in manicomi.

''Scemi di guerra''Nel documentario intervengono vari storici tra i quali Antonio Gibelli, storico e scrittore del libro “L’officina delle trincee"; Bruna Bianchi, scrittrice del libro “La follia e la fuga”; Luca Fabi, storico e scrittore del libro “Gente di Trincee" e infine il contributo di Quinto Antonelli, direttore del museo storico di Trento.
Il documentario in primis da una connotazione spazio temporale della Grande guerra. Dal 1914 al 1918 l’Europa è travolta dalla Prima Guerra mondiale. Il conflitto si allarga fino a coinvolgere 21 nazioni. L’Italia entra in guerra il 24 maggio del 1915 a fianco di Francia, Inghilterra e Russia contro Austria e Germania. Dopo l’armistizio imposto dal Generale Cadorna il 4 novembre 1918 si contano 9milioni di morti e 20milioni di feriti.

Le vicende narrate affrontano tre aspetti molto importanti sulla Grande Guerra: Il primo è la totale perdita della personalità dei soldati chiamati in guerra; il secondo è l’innovazione delle armi usate, da quelle tradizionali alla guerra chimica e infine terzo aspetto quali conseguenze dovranno subire a livello psicologico e psichico i soldati a durante la loro vita nelle trincee.
Dal momento della chiamata i soldati sono tenuti a rispondere senza potersi sottrarre a tale obbligo diventando come delle piccole gocce in mare immenso, tutti vestiti uguali, tutti in fila per quattro verso mete a loro sconosciute, impreparati ad affrontare un peso cosi grande e li a poco c’è un treno pronto a partire. I soldati al fronte perdono la loro personalità passano da attori a comparse che dopo anni la storia li dimenticherà.

''Scemi di guerra''Bruna Bianchi, nel suo libro intitolato “La follia e la fuga” denota le caratteristiche che deve avere un soldato in guerra, a conferma come la persona umana diventa una macchina: indifferenza alla morte, essere crudeli, saper uccidere, dimenticare il passato, dimenticare i propri cari e dimenticare tutto. Detto questo è importante la frase detta dallo storico Antonio Gibelli, tratta dal suo libro “L’officina della morte”: "La guerra è una fabbrica di morte, e chi vi entra sta a contatto con un meccanismo bellico a tutti sconosciuto”.
I soldati per poter tornare a essere Qualcuno, cioè persone nella loro pienezza e non cose da macello, nelle trincee scrivono lettere o diari e quest’aspetto li porta a sentirsi piu sollevati piu esseri umani.

Da tener presente come le fasi del combattimento e dell’assalto alla trincea nemica non sono immediate, posso passare anche giorni e settimane, come lo stesso poteva avvenire tra un combattimento e l’altro e questo portava a far sì che i soldati avendo tempo a disposizione potevano rinfrancarsi scrivendo ai propri cari. In quegli anni si cominciava a usare il Grammofono. Anche la musica in momenti tragici poteva far passare dei momenti felici e spensierati e per un attimo forse anche far dimenticare la guerra. Tra le due trincee c’era l’eco ridondante delle Arie di verdi come il trovatore e la traviata, amami Alfredo. I soldati in trincea forse come forma di relax si facevano cullare da queste musiche.

''Scemi di guerra''E’ brutto a dirsi ma tutti i soldati o primo o dopo erano condannati alla morte assicurata, soprattutto nella seconda fase della guerra quella dell’assalto vero e proprio alla trincea nemica.
Secondo aspetto importante sopra elencato è l’innovazione delle armi e delle tattiche di guerra. All’inizio i soldati adoperarono cannoni semplici e mitragliatrici in prima linea e nelle retrovie cannoni a lunga distanza fino a 20 chilometri. Del 1916 è stata introdotta la cosiddetta guerra chimica con l’uso di gas che lanciati potevano uccidere migliaia di persone in un colpo solo. Esempio da citare la “battaglia della Somme” in Francia del 1916, nella quale l’utilizzo di gas come arma ha portato nel primo giorno di battaglia una stima di un 1.000.000 di morti. Si può dedurre come sia stata intensificata la produzione di armi. Dai gas semplici poi si e passati anche a quelli vescicanti e accecanti.

Un aspetto delicato a cui si deve dare particolar attenzione è il fatto che molti soldati stremati dalla guerra hanno patito conseguenze nocive al loro fisico e alla psiche. Le cause potevano essere tante: il rumore assordante dei cannoni e degli spari, il sollevarsi della terra, la visioni di cadaveri e del sangue sparso, tutto ciò provocava in loro degli effetti immediati a tutti i cinque sensi contemporaneamente da provocare nel loro corpo reazioni impressionati. In termini scientifici questa patologia si chiama “Shock da guerra” che comportava nei soldati tremori a tutto il corpo, nevrosi, mancanza della parola, paure e ansia.

''Scemi di guerra''I soldati venivano trasportati negli ospedale militari per cure. Il medico aveva un ruolo fondamentale, guarirli presto affinché potessero presto tornare al fronte. Il medico comunque doveva essere deciso dare ordini secchi per non affievolire il clima militaresco e dare sempre idea al soldato di essere in guerra.
In Francia e in Inghilterra sono adottati due tipi di cure contro questo shock da guerra e tremori: In Francia il dottor Vincent ha inventa la tecnica del siluramento che consiste nel posizionare un elettrodo sulla parte del corpo che rifiuta di funzionare mandando scariche elettriche a 35.000 Ampere e 70 Volt. In Inghilterra invece attraverso l’ipnosi per curare gli spasmi facciali che cessano solo con ipnosi ma ritornano a effetti cessati del trattamento.

Quando per il medico il soldato era in uno stato tale che neanche le cure servivano veniva trasferito nei manicomi e li purtroppo non si che cosa avveniva. La cosa peggiore che tutti i soldati internati nei manicomi venivano denominati “Scemi di guerra”, da cui il titolo del documentario. 
Il 3 novembre 1918, il generale Cadorna firma l’armistizio che entra in vigore il giorno successivo. Il 4 per l’Italia termina il conflitto. I manicomi vengono chiusi e chissà quanti di essi realmente si sono salvati e sono tornati alle loro case natie.

''Scemi di guerra''Per l’Italia non esistono dati certi sia dei ricoverati che di coloro che si sono salvati, si sanno soltanto le loro condizioni cliniche attraverso cartelle e video che i medici hanno conservato, questa è l’unica forte attestante i fatti.
Una testimonianza molto bella e commovente di un ricoverato in manicomio “Cara mi hanno trasferito da poco nel reparto degli scemi, se non torno al posto dove ero prima sono un uomo finito, ti prego aiutami”.
Inoltre, alla fine del documentario, la voce narrante parlando con le parole di uno dei “pazzi” fa questa considerazione i: “Se uno viene qui a trovarci e si ferma cinque minuti quando va via si chiede “Chi è piu pazzo colui che è qua dentro o chi sta andando via?”; “è pazzo chi fa la guerra, è più pazzo chi la subisce la guerra o forse tutto il mondo e pazzo?”.

29 aprile 2015

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