Piccioni, un regista in attesa di poltrona
A tu per tu col vincitore di cinque David Donatello, presto a Cagliari nella commissione regionale per il cinema. Il futuro? "Un nuovo film, ovviamente". di Maria Elena Tiragallo

Una pellicola basata sul dualismo realtà e finzione dove le situazioni che stanno accadendo nella vita sono simili a quelle del film in lavorazione.
"La vita che vorrei" si può definire auto referenziale?
Non è tanto un esempio di film sul cinema, volevo semplicemente raccontare la vita dell'attore, partendo dalla fase iniziale, quella dei provini che è sempre la più delicata. Ogni volta gli attori mi dicono che sono loro a metterci la faccia, quindi a esporsi. Così volevo fare un film sul rapporto finzione, quindi recitazione, e realtà. La coppia Lo Cascio Ceccarelli interpreta Stefano e Laura. Lui è un trentacinquenne attore affermato, lei un'attrice con una carriera incerta alle spalle che ottiene a sorpresa il ruolo da protagonista di un film in costume, ambientato a metà dell'Ottocento, che racconta una sfortunata storia d'amore.
"La vita che vorrei" si può definire auto referenziale?
Non è tanto un esempio di film sul cinema, volevo semplicemente raccontare la vita dell'attore, partendo dalla fase iniziale, quella dei provini che è sempre la più delicata. Ogni volta gli attori mi dicono che sono loro a metterci la faccia, quindi a esporsi. Così volevo fare un film sul rapporto finzione, quindi recitazione, e realtà. La coppia Lo Cascio Ceccarelli interpreta Stefano e Laura. Lui è un trentacinquenne attore affermato, lei un'attrice con una carriera incerta alle spalle che ottiene a sorpresa il ruolo da protagonista di un film in costume, ambientato a metà dell'Ottocento, che racconta una sfortunata storia d'amore.

Che ruolo ha la musica in "La vita che vorrei"?
La caratteristica da un punto di vista musicale è la frammentarietà e il disegno complessivo. Cercavo con mezzi impropri di dare indicazioni a Michele Fedrigotti, che ha composto la musica nel film, ed è stato interessante vedere come stesse lavorando a una melodia e poi vederla composta. In tutto il film, c'è un repertorio musicale molto composito e anche il pezzo finale di Gianna Nannini non è stata una scelta facile, tanto per mettere una canzone. Il regista già in fase progettuale del film pensa alla musica.
Che consiglio si sente di dare a un giovane aspirante regista?
Di puntare sulla scuola di formazione. Io mi sono formato alla Scuola Cinematografica Gaumont, fondata da Roberto Rossellini, insieme ad Antonello Grimaldi, che ha un'esperienza grandissima nel mondo cinematografico.

La Sardegna ha un paesaggio unico, fuori dal comune, si presta molto alla cinematografia, sia per le coste sia per il paesaggi dell'interno. Una ricchezza così è difficile da trovare.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Un nuovo film, ovviamente, ma non dico altro.
Accetterà la sua nomina nella commissione regionale per il cinema in Sardegna?
Dipende, ma non mi dispiacerebbe essere più presente a Cagliari.