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Fumetti - L. Crippa

Un film nel buio (30 days of night)

di X-Luca

 Titolo originale: 30 days of night. Regia: David Slade. USA 2007. Dopo parecchi mesi di vuoto, nel senso di associazione tra mondo della celluloide e fumetto, ora ci possiamo preparare alla solita frenetica abbuffata prima dell'estate: Iron Man, Hulk, Batman, Speed Racer, Hellboy, Wanted...
In realtà un film tratto da fumetti in questo periodo di magra c'è stato, ma è apparso e scomparso veloce veloce. In America è uscito nel novembre del 2007, per approdare nelle nostre sale addirittura nel febbraio del 2008.

Il film è "30 days of night" tratto dall'ononima serie a fumetti, ovviamente conosciuta solo da pochi appassionati, specie in Italia, il che ha giocato un notevole peso sulla visibilità del film. Il gioco di parole, "giorni di notte", è stato tradotto tristemente in italiano in "30 giorni di buio". La storia, sinteticamente,  è ambientata nell'immaginaria cittadina di Barrow, in Alaska, dove il sole tramonta e  scompare per ben 30 giorni. Ottimo territorio di caccia per un branco di vampiri che mette a ferro, sangue e fuoco il paese, dopo avere eliminato ogni possibilità di comunicazione e di fuga. I pochi sopravvissuti cercheranno di cavarsela, guidati dallo sceriffo Eben (Josh Hartnett) e la moglie Stella (Melissa George). Un uomo normale  che si trova a dover diventare un mozzatore di teste.

 Il fumetto uscito nel 2002, prodotto dalla IWD Publishing, una piccola casa editrice, è stato creato da Steve Niles, sceneggiatore anche di personaggi come Batman e Hellspawn, e da Ben Templesmith, disegnatore di Hellspawn e Criminal Macabre. Il fumetto, in America ha avuto più successo di quanto si aspettavano, ed è stato premiato sia dalla critica che dal pubblico.
I vampiri di Templesmith hanno vestiti semplici, giacche cappotti, senza nessun alone dandy-romantico, sono mostri feroci, come il tratto secco e nervoso, tra il pittorico e il digitale di Templesmith. Le storie alternano ambientazioni claustrofobiche di interni allo spazio innevato e gelido dell'esterno, situazioni riprese fedelmente nel film.
Ma se l'opera fumettistica ha il suo perchè, la trasposizione cinematografica, pur se di buon livello negli effetti, presenta degli alti e bassi.

Il film, diretto da David Slade, esperto in videoclip (Stereophonic, Muse) e regista del thriller "Hard Candy" racconta situazioni spesso troppo prevedibili, ma soprattutto fa parlare i vampiri in una lingua che ricorda i brutali Klingon di Star Trek e sono decisamente più piatti della loro controparte fumettistica.

 Domanda, distruggendo completamente intere cittadine, possibile che per secoli non abbiano destato sospetti?  Inoltre si passa troppo drasticamente dalla paura di "atmosfera", allo spiattellamento di sangue e violenza e si ha l'impressione di essersi persi qualcosa. I giorni nella storia passano senza che si capisca cosa succede, apparentemente nulla, si può supporre che i vampiri, sazi dell'abboffata iniziale passino del tempo a riposarsi. La fotografia è bella, ma si poteva rendere di più lo stile frenetico, graffiante delle tavole, i punti di visuale meno classici. Lo scontro finale, anche, mi ha lasciato un poco perplesso, come credibilità.
Insomma si poteva fare di più, ma rimane un buon prodotto di intrattenimento con una scenografia glaciale e argentea tinta di sangue.

Curiosità:
Josh Hartnett, l'attore protagonista, ha lavorato in un corto girato da Rodriguez per convincere Frank Miller ad accettare la trasposizione del suo fumetto "300" in un film.

Slade ha voluto che i vampiri facessero solo ciò che possono fare gli esseri umani. Non sono state usate  imbracature con fili sospesi. Quando un vampiro salta da un tetto all’altro, salta davvero da un tetto all’altro. Molto lavoro classico per gli stunt-man!

 Per la pelle dei vampiri è stata usata una speciale pittura per il corpo, chiamato “inchiostro per tatuaggi” preso a Latona in Australia. Il supervisore al trucco della Weta Workshop addetto al set Davina Lamont ha mischiato la tonalità appropriata di “color morte” con un po’ di polvere opalescente in una tinta pennellata sulla pelle. All’inizio delle riprese, ogni attore trascorreva circa 90 minuti al trucco, ma con la pratica il tempo si è ridotto in soli 45 minuti.

Il film è prodotto da Sam Raimi con la sua Ghost House Pictures, che con l'horror ha molta dimestichezza. Altro film dell'orrore prodotto da Raimi negli ultimi tempi è stato "The Messengers", quello decisamente un flop notevole, insignificante sotto ogni punto di vista. Come regista è decisamente meglio che come produttore.

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