Percorso

Review - F. Primo

"Che fine ha fatto Baby Jane?" di Robert Aldrich

di Filippo Primo

''What ever happened to Baby Jane''She's got Bette Davis eyes… recitava così una canzone resa celebre negli anni ’80 da Kim Karnes e chi ha avuto la fortuna di vedere questa pellicola sicuramente non dimenticherà più gli occhi di Bette Davis incastonati in un volto truccato pesantemente fino a sembrare una grottesca maschera.

Il film che rivediamo questa settimana è "Che Fine ha fatto Baby Jane?" ("What Ever Happened to Baby Jane?"), 1962, di Robert Aldrich  autore, tra le altre cose, di uno dei migliori esempi di film bellico-avventuroso quale "Quella sporca dozzina".
Tratto dall’omonimo romanzo di Henry Farrell, il film, vincitore di un Oscar per i costumi, narra dell’anziana “Baby” Jane Hudson (Bette Davis), ex-bambina prodigio - alla maniera di Shirley Temple - che si esibiva sui palcoscenici dei vari teatri di varietà. Crescendo, perse il successo e la frustrazione per essere oramai un diva dimenticata la portano  alla follia alimentata anche dall’abuso di alcool. In una vecchia villa, Jane vive insieme alla sorella Blanche (Joan Crawford), celebre attrice degli anni ’30 ritiratasi dalle scene dopo un  incidente d’auto “pare” causato da Jane stessa e che l’ha resa paralitica.

''What ever happened to Baby Jane''Ma se la debolezza di Blanche è fisica, quella di Jane è psicologica e la sua gelosia nei confronti della sorella, ancora amata dal pubblico, si trasforma in follia allo stato puro. quando, viene a sapere che Blanche ha intenzione di vendere la casa in cui vivono, giungendo alla conclusione che solo liberandosi di sua sorella potrà ritrovare il successo perduto. Jane dà così inizio a un inquietante repertorio di angherie e crudeltà nei confronti di Blanche: le stacca il telefono, le serve a pranzo prima il suo pappagallino e poi un topo morto, arrivando ad uccidere una domestica che aveva constatato il terribile stato di prigionia in cui teneva la sorella. Questo folle gioco al massacro ha il suo epilogo quando Jane fugge, portando con se la sorella ormai esanime, in una spiaggia e prima di essere arrestata, in un momento di regressione infantile, regalerà al pubblico dei bagnanti una sua “esibizione”.

''What ever happened to Baby Jane''Tutto questo in un finale struggente che, secondo gli insegnamenti di derivazione Hitchockiana,  rimescola le carte e rimette ogni cosa in discussione, anche i sentimenti nello spettatore che scopre un’angosciante verità: la notte dell’incidente, Blanche e Jane tornavano da una festa, entrambe ubriache e al contrario di quanto aveva fatto credere alla sorella in tutti questi anni, la causa delle sue vertebre rotte fu una brusca frenata su un cancello nel tentativo di fare del male a Jane che, per lo shock subito, aveva rimosso dalla sua mente le vere dinamiche di quella notte.

Un vero shock per lo spettatore ignaro che fino alla fine aveva empatizzato con la povera sorella sulla sedia a rotelle chiusa nella sua stanza-prigione. Le cose, sembra dirci il regista, non sono proprio come si vedono e le prospettive possono cambiare: Jane è davvero carnefice? Sua sorella è davvero vittima?

''What ever happened to Baby Jane''Siamo in presenza di una sorta di rapporto malato e sadomasochistico tra due persone entrambe in totale decadenza, per motivi diversi, ma unite dalla stessa follia che come spesso accade, è sintomo di meccanismi perversi dell’inconscio che si palesano solo in determinate circostanze.

Da Shining a Psycho, passando per Cape Fear senza dimenticare Misery non deve morire, il cinema ci ha abituati a scoprire che il rapporto tra il carnefice e la propria vittima è sempre un gioco di specchi e in questo film claustrofobico e grottesco assistiamo ad un allucinante viaggio attraverso le perversioni della mente umana, nella fattispecie, al sadismo di certe dinamiche familiari che nascondono al loro interno rancori e torti imperdonabili.

''What ever happened to Baby Jane''Continuando nel gioco delle citazioni credo sia impossibile, guardando questo film, non pensare ad un altro capolavoro hollywoodiano, "Viale del tramonto" di Billy Wilder; dove Gloria Swanson vive la stessa frustrazione derivante dal fallimento della carriera di star con il conseguente triste tentativo di fermare il tempo. Questa somiglianza non sorprenderà gli estimatori di Robert Aldrich il quale ha sempre avuto “piacere” nel raccontare i mali del mondo del cinema. con cinismo e disincanto.
Insomma un grande cult del passato, che ancora oggi rimane insuperato per la sua combinazione di generi, che rendono questo melodramma tendente al grand-guignol un capolavoro e una divertente dark comedy. Gran parte del merito va alla scelta delle due grandi attrici che il regista volle in maniera assoluta  forse perché anche nella vita reale si detestavano per davvero!

''What ever happened to Baby Jane''Il successo di questo film fu tale che due anni dopo lo stesso Aldrich girò quello che doveva essere un sequel di “Baby Jane”, ma all’ultimo momento Joan Crawford rinunciò e fu sostituita da Olivia de Havilland che insieme alla Davis che qui passerà da carnefice a vittima, diedero vita ad un’altra meravigliosa storia d’orrore al femminile: Piano… piano, dolce Carlotta.

Una curiosità: talmente la pellicola entrò nell’immaginario collettivo del tempo che nel 1964 anche Totò si cimento in una parodia del film di Eldrich dal titolo "Che fine ha fatto Totò Baby?"

Buona visione!

Frase del film: Il motivetto "I Written A Letter To Daddy" che una volta entrato in testa non ti esce più. Qua potete vedere la celebre sequenza: www.youtube.com

Citazione della settimana:"Il cinema è un'arma magnifica e pericolosa, se a maneggiarla è uno spirito libero. È lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, degli istinti. Lo si direbbe inventato per esprimere la vita del subconscio, le cui radici penetrano così profondamente nella poesia". (Luis Buñuel)

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