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Review - F. Primo

“L’infernale Quinlan” di Orson Welles

 
''L'infernale Quinlan'' locandinaInfluenzati dall’espressionismo tedesco, dal realismo poetico francese e dai romanzi hard- boiled americani (la letteratura poliziesca i cui protagonisti sono dei detective cinici e risoluti), i registi noir dal periodo classico – che convenzionalmente inizia nel 1941, anno di uscita de “Il mistero del falco” (John Huston) interpretato da Humphrey Bogart - danno vita ad un mondo alla deriva nel difficile momento a cavallo della seconda guerra mondiale. Ritenuto un genere di serie B e realizzato spesso a basso costo, il noir si contrapponeva ai classici gialli inglesi quasi sempre ambientati in suntuose dimore di campagna e con personaggi di estrazione borghese. Si deve alla critica francese il merito di aver codificato il fenomeno noir cogliendone le tematiche ricorrenti: la violenza, il terrore del passato, l’ambiguità morale dei protagonisti, il brutale realismo delle vicende; le figure chiave sono spesso il private- eye (investigatore privato), il gangster, la dark-lady e la femme-fatale analizzati nella loro psicologia. L’ambiente in cui agiscono tutti questi personaggi stereotipati è sempre la metropoli uggiosa e notturna con i suoi vicoli bagnati dalla pioggia e i bar equivoci.
 
''L'infernale Quinlan''Oltre a questi aspetti contenutistici il genere noir si contraddistingue per alcune caratteristiche di tipo formale, a volte innovative, quali la voce over, il flashback, l’illuminazione a bassa intensità dove la mdp è spesso posta in posizione diagonale con forti grandangoli per accentuare il punto di vista emotivo del protagonista.
Il film che rivedremmo questa settimana è un capolavoro del noir che segna allo stesso tempo la conclusione del periodo classico del genere. Con grande rispetto aggiungiamoci a “vedere” “L’infernale Quinlan” (Touch of evil), diretto dal grande Orson Welles nel 1958.
Alla frontiera con gli Stati Uniti, durante il suo viaggio di nozze con la moglie Susan (J.Leight), il poliziotto messicano della narcotici Mike Vargas (C. Heston), assiste all’improvviso scoppio di una  bomba all’interno di una Cadillac.
 
''L'infernale Quinlan''Moriranno due persone e Vargas decide di interrompere la luna di miele per occuparsi delle indagini sull’attentato. Trova però sulla sua strada il capitano della polizia locale Hank Quinlan (O.Welles) incaricato ufficialmente dell’inchiesta e tra i due è subito scontro. Vargas è un retto funzionario di polizia ligio al dovere, Quinlan è invece un uomo dai metodi barbari ma dal fiuto infallibile ed è anche per questo che si considera al di sopra della legge. Proseguendo nelle sue ricerche, l’integerrimo funzionario messicano scopre che Quinlan è abituato ad incastrare gli accusati fabbricando prove false e infatti anche in quest’occasione, sospettando di un certo Sanchez, ex dipendente dell’ucciso e amante di sua figlia, non esita a far mettere dei candelotti di dinamite in casa del giovane messicano affinché non vi siano dubbi sulla sua colpevolezza.
 
''L'infernale Quinlan''Anche Pete, l’aiutante di Quinlan ormai è deciso ad aiutare il poliziotto messicano a smascherare il suo superiore e nascondendosi addosso un microfono, riesce a fargli confessare le sue malefatte. Resosi conto del trucco, l’infernale capitano, spara e ferisce Pete che riesce però a rendergli la paraglia e lo uccide. Tutto viene chiarito… ma si scoprirà che anche stavolta Quinlan aveva visto giusto…Sanchez ha confessato e il colpevole era proprio lui!
Ultimo film hollywoodiano di Welles, che la "Universal" distribuì dopo averlo rimontato e tagliato arbitrariamente. Nel 1998 è stato fortunatamente riportato all'originale voluto dal regista che, partendo da un modesto romanzo hard-boiled, in breve tempo e con un budget ristretto, mise in piedi un’opera moderna dagli echi shakespeariani.
 
''L'infernale Quinlan''La suggestiva fotografia in bianco e nero con le ombre che si stagliano nelle vie della città o sulle pareti di stanze con soffitti oppressivi, contribuisce a mettere in scena la manichea lotta tra Bene e Male.
Tutto questo anche grazie all’ ambiguo personaggio interpretato dal regista, un poliziotto disonesto e tormentato dal passato che manifesta un briciolo di umanità solo quando va a trovare la prostituta-chiromante Tanya (una bruna Marlene Dietrich che fu inserita nel film in un momento successivo) che profetizza a Quinlan: “tu non hai futuro”.
Chiunque ami il cinema non deve perdere questo concentrato di virtuosismo e di esasperato barocchismo wellessiano: distorsione delle immagini , primissimi piani, montaggio alternato, uso frequente della profondità di campo ed efficacissimi movimenti di camera che culminano nell’ubriacante (“orgasmico” per il cinefilo più forsennato) piano-sequenza iniziale di 3'e 20" in cui Welles introduce la storia e alcuni dei principali protagonisti: da un primo piano di un paio di candelotti di dinamite la cinepresa si sposta rapidamente su un carrello seguendo un’automobile che esce da un parcheggio e un dolly la riprende quando si immette sulla strada scivolando poi sui personaggi che chiacchierano su una via trafficata.
 
Una curiosità: Tim Burton nel suo film “Ed Wood” cita in modo ironico “L’infernale Quinlan” facendo incontrare il giovane Wodd e Orson Welles in un bar dove il grande regista statunitense si lamenta dei produttori che vogliono imporgli la presenza di Charlton Heston nelle vesti di un messicano.

Citazione della settimana: “Il film noir è il solo grande cinema popolare, un teatro dell’arte che capiscono e gustano insieme il camionista e il poeta, l’adolescente incolto e il borghese dai gusti sofisticati. La paura unisce...”.(Norman Mailer)
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