"The Green Hornet" di Michel Gondry

Se generalmente mi occupo di fumetti che diventano film, concediamoci un'eccezione con un personaggio che, comunque, ha attraversato tutti i media possibili, passando dalla radio alla televisione e ai fumetti. "The Green Hornet" ("ll Calabrone Verde" in italiano) è stato creato per un serial americano nel gennaio del 1936 da George W. Trendle e Fran Striker e impersonato da Al Hodge, in onda sulla stazione radiofonica WXYZ per concludersi su ABC nel 56.
La storia parla di Britt Reid, un editore di un giornale che con una doppia identità e un abito da combattimento, ovvero un normalissimo abito cappotto giacca, cravatta, cappello e mascherina verde, combatte il crimine grazie alle grandi risorse economiche di cui dispone. È aiutato dall'autista asiatico Kato (giaponese fino all'inizio della guerra tra America e Giappone, poi filippino) che guida la super teconologica "Black beauty" . Si tratta quindi del prototipo del supereroe come "The Spirit" o Batman, nato due anni dopo, senza ancora i caratteristici costumi aderenti, anche se proprio in quell'anno nasce "The Phantom" di Lee Falk, il primo eroe in calzamaglia.
Dopo un primo lungometraggio, realizzato nel 1940, e un seguito nel 1941, Green Hornet arriva in TV, sul canale ABC, con una serie di telefilm trasmessa dal 1966 al 1967. Il ruolo di Kato era impersonato da un attore esordiente esperto in arti marziali. Bruce Lee. Il protagonista era interpretato da Van Williams. Negli episodi combattono organizzazioni mafiose, le triadi, la droga. In un episodio della serie televisiva degli anni sessanta "Batman" con Adam West avviene anche l'incontro tra i due eroi.
I fumetti iniziano nel 1938, prima della golden age, il periodo di grande diffusione di fumetti supereroistici, anticipando caratteristiche come la doppia identità e la maschera (anche se il precursore di queste caratteristiche rimane la figura di Zorro) e la spalla/aiutante.
La storia parla di Britt Reid, un editore di un giornale che con una doppia identità e un abito da combattimento, ovvero un normalissimo abito cappotto giacca, cravatta, cappello e mascherina verde, combatte il crimine grazie alle grandi risorse economiche di cui dispone. È aiutato dall'autista asiatico Kato (giaponese fino all'inizio della guerra tra America e Giappone, poi filippino) che guida la super teconologica "Black beauty" . Si tratta quindi del prototipo del supereroe come "The Spirit" o Batman, nato due anni dopo, senza ancora i caratteristici costumi aderenti, anche se proprio in quell'anno nasce "The Phantom" di Lee Falk, il primo eroe in calzamaglia.

I fumetti iniziano nel 1938, prima della golden age, il periodo di grande diffusione di fumetti supereroistici, anticipando caratteristiche come la doppia identità e la maschera (anche se il precursore di queste caratteristiche rimane la figura di Zorro) e la spalla/aiutante.

Torna poi nel 1967 sfruttando il rinnovato interesse per i super eroi e la serie televisiva, con la casa editrice Gold Key, ma con poco successo. Dura tre albi.
Nel 1989 la Now Comics ottiene i diritti sul personaggio e produce diverse serie a fumetti fino al 1995. In questo modo Geen Hornet è tornato a vivere e a attirare l'attenzione, per soccombere di nuovo a causa della crisi che a metà degli anni novanta ha colpito l'industria del fumetto. Inizialmente scritto da Ron Fortier e disegnato da Jeff Butler, che cercarono di riconciliare le varie versioni del personaggio mutate attraverso gli anni, creando figli e nipoti del personaggio e della sua spalla.

Dal 2009 Dynamite Entertainment ottiene i diritti del personaggio e nel 2010 parte una nuova serie curata da Kevin Smith e disegnata da Phil Hester e Jonathan Lau, basata sulla sceneggiatura realizzata da Smith per la versione cinematografica e poi scartata.
In questa serie il figlio del Green Hornet originale continua la tradizione e missione del padre. Il rapporto tormentato con il padre, l'atmosfera ironica e l'abile capacità grafica dei disegnatori hanno creato un fumetto non rivoluzionario ma godibile.

Da segnalare la stupenda cover gallery ad opera di artisti del calibro di Alex Ross e John Cassaday.
La serie viene seguita da altre miniserie legate al personaggio come "The Green Hornet: Year One" realizzata da Matt Wagner ai testi e Aaron Campbell ai disegni, riportando il personaggio alle origini con uno stile attuale, ispirati a Grant Morrison e la sua serie All Star Superman.
Parliamo del film?


Ma non è detto sia un difetto. Gli effetti digitali e del 3D sono accattivanti, nelle scene di azione e di lotta ma non eccessivamente presenti, lasciando in primo piano le dinamiche di relazione tra i personaggi e la storia, lineare, senza troppi elementi di confusione, ma con trovate e spunti non banali. Il risultato è un film che diverte, non troppo scontato, anche per esempio nei divertenti rifiuti della segretaria Case-Diaz alle goffe avances sia di Britt che di Kato o l'imbarazzante tentativo del "cattivo" di crearsi una immagina da "super cattivo" o nel pressentare un eroe non privo di difetti, come un ego smisurato e una capacità combattiva ancora acerba.

Curiosità:
Forse molti avranno capito che il personaggio di Kato della serie di film della Pantera rosa è basato sul personaggio-spallas del Calabrone verde.
Nel film la prima impresa di Britt e Kato vede Britt con dei vestiti che allludono all'ispettore Clouseau.

Nel 1995 si pensava già a un film su Green Hornet impersonato da George Clooney, ma, guarda caso, l'attore finì invece per vestire i panni di Batman.
Il tema musicale dei telefilm anni '60 di Green Hornet è stato utilizzato dall'immancabile Quentin Tarantino in "Kill Bill".
2 febbraio 2011