Percorso

Film Commission: la lezione del Piemonte

A tu per tu con il noto critico cinematografico Steve Della Casa che svela gli ingredienti di una formula di successo come quella della Fondazione di cui è direttore. di Enrica Anedda

Steve Della CasaSettembre 2006: al termine di un lungo iter il Consiglio Regionale approva la legge che interviene a favore di tutto il settore cinema attraverso meccanismi che fanno capo all’Assessorato. Eccetto che per la Cineteca per la quale è prevista la istituzione  di una Fondazione.
Dicembre 2007: finalmente l’Assessore alla cultura emette i decreti attuativi della legge e pubblica i bandi per l’assegnazione dei contributi alle opere cinematografiche e alle manifestazioni.
Giugno 2008: la Cineteca Sarda (Società Umanitaria) teme di perdere i finanziamenti pubblici e fa un appello per denunciare i contrasti con la Regione Autonoma della Sardegna che l’avrebbe esclusa dalla nascente Fondazione Cineteca.

Nel frattempo è scaduto il contratto della Film Commission con Arte video; lo sportello continua a funzionare, con soli  due dipendenti regionali che fanno del loro meglio. Sconosciute le intenzioni della Giunta al riguardo.
Sul versante dei finanziamenti alle opere cinematografiche, non si è più saputo nulla dei Fondi di garanzia e dopo che il regista Giuseppe Piccioni ha rinunciato al ruolo di Presidente della Commissione che dovrebbe valutare le opere,  non è stato nominato un sostituto. Per quanto riguarda i contributi alle manifestazioni, siamo a metà anno e ancora le associazioni annaspano disperate nella incertezza totale.
 
In questa situazione di paralisi, logica conseguenza di una brutta legge e di confusi decreti attuativi, approda a Cagliari, invitato dalla Cineteca Sarda per parlare di cinema e '68, Steve Della Casa, direttore della Film Commission Torino Piemonte. La più prolifica Film Commission Italiana, che con la sua attività contribuisce da anni allo sviluppo economico del Piemonte.
Per i nostri amministratori sarebbe potuta essere un'utile occasione di confronto per conoscere e studiare i meccanismi di un modello sperimentato e vincente e magari mutuarli, rivedendo e correggendo una legge nata pasticciata. Ma è evidente che ai piani alti della politica sarda nelle prospettive dell’arte cinematografica vi è una scarsa fiducia, affiancata a una logica provinciale indifferente a quanto accade nel resto del mondo.
 
Steve Della CasaCosì a parlare di Film Commission con Steve della Casa c’eravamo solo noi di Cinemecum. Il celebre critico cinematografico nelle cui vene insieme al sangue scorrono chilometri di pellicole cinematografiche, si è reso subito disponibile e ha ricordato: “Molto tempo fa fui contattato da un funzionario della Regione Sardegna ma poi non si fece più sentire”.
 
Quale è il modello della FCP?
La Film Commission Torino Piemonte è una fondazione, i soci sono il Comune di Torino e la Regione Piemonte, rappresentati nel consiglio di amministrazione dai due rispettivi assessori alla cultura, che esercitano così un controllo sulla gestione.
 
E’ un modello che funziona?
Il vantaggio della fondazione, autonoma dalla politica e dagli assessorati, è  che il direttore ha una forte capacità decisionale che essendo slegata dai meccanismi della burocrazia assicura decisionismo e velocità. Io decido sulle scelte da fare, grazie alla mia esperienza nel settore, chiudo i contratti poi ovviamente ne rispondo davanti al consiglio di amministrazione ma intanto posso procedere velocemente senza aspettare i tempi della burocrazia.
 
Steve Della CasaQuale è il ruolo della FC in Piemonte?
Promuovere il cinema principalmente per portare le produzioni  a girare in Piemonte e così creare occupazione.
 
In che modo?
La nostra attività si svolge attraverso tre distinte funzioni.
Quella di Film Commission in senso stretto che inizia con un offerta:  alle produzioni interessate diamo per tre giorni un servizio gratuito che include un location manager e una autovettura, così possono visitare le nostre location e sceglierle. Un servizio che ci costa poco ma ci porta molto, perché il novanta per cento delle produzioni resta  qui.
Sempre nell’ottica di creare occupazione, concediamo contributi attraverso un rapporto di "do ut des". Noi rimborsiamo le spese di trasferimento della troupe: aerei, alberghi e spese varie, in cambio però le produzioni si impegnano a girare almeno parte del film in Piemonte con professionisti e forze lavoro piemontesi. Salvo rare eccezioni i contributi  non sono mai  superiori a 60mila euro.  (Salvo in un caso  “I demoni di San Pietroburgo”, nel film la città russa viene spacciata per Torino, che ha ricevuto 130mila euro destinati a valorizzare la Reggia di Venaria).
La terza attività è quella promozionale. La FCP coordina la promozione di tutto il cinema in Piemonte.  Promuoviamo festival, film ma anche il Torino Film Festival, il Museo del Cinema e la Lumic (la casa di produzione con sede a Torino).
 
Una suggestiva immagine di TorinoQual è il contributo economico della Film Commission alla Regione?
L’unione industriali ha calcolato che per  ogni euro di contributo se ne spendono  32 nella Regione, in termini di salari, alberghi e spese di ogni genere. Un ritorno economico rilevante. Senza contare tutti i pregi che il cinema e la promozione  portano dal punto di vista turistico.
 
Si girano molti film in Piemonte?
Solo nel 2008 sono già stati girati 12 film, una cinquantina di documentari oltre alle fiction televisive. Fra gli ultimi film girati in Piemonte, "Il Divo", "Sangue Pazzo", "La terra madre" di Bellocchio. Ogni volta Torino e il Piemonte vengono spacciati per altre località: Roma, Milano, Trento.
 
Il segreto di un buon direttore di FC?
Le pubblic relations, le conoscenze e i contatti nel mondo del cinema.
 
Progetti per il futuro?
Molti. Sono in corso trattative con dei soci americani per creare una società di produzione e comprare quote di film. Inoltre, grazie a una recente modifica  dello statuto che abbiamo fortemente voluto intendiamo far entrare altri soci pubblici e privati nella fondazione. Infine, stiamo studiando il progetto di una società che attraverso “ il product placement” stimoli l’intervento dei privati nel cinema.
 
Steve Della CasaInsomma mentre l’isola dorme, bloccata da una legge nata vecchia, riflesso di modelli burocratizzati ancorati alle scelte degli assessori e dei funzionari di turno, in Piemonte volano alto perché hanno scelto le carte vincenti:  professionalità,  competenza, autonomia,  velocità  e innovazione.
Un'ultima domanda. Della Sardegna che opinione ha?
E’ una terra con location da sogno, vi sono stati girati film celebri come "Per un pugno di dollari" e da poco ho visto "Sonetauala", un bellissimo film.
 
Peccato… si potrebbe volare alto anche qui.
 
 
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