"Iron man 2" di Jon Favreau

Eccomi a parlare del sequel di Iron man. Non partirò qundi con il parlare delle origini fumettistiche di questo personaggio che troverete nell'articolo scorso. Posso accennare allo stato delle cose nella attuale collana fumettistica. Iron man vive un momento di crisi, come spesso accade ai supereroi marvel, dove fare l'eroe è un mestiere che porta più rogne che applausi. Diventato direttore dello SHIELD e scatenata un a guerra civile tra supereroi per aver reso attiva la legge per la registrazione, obbligando gli eroi a non avere identità segrete, cosa che ha portato a uno scontro tra supereroi, culminato con la morte (per ora) di Capitan America.
Il clima peggiora dopo l'intervento di una razza aliena che rende il clima denso di sospetti e porta il supercriminale Osborn-Goblin, la nemesi di Spiderman, a prendere il potere e destituire Stark, che ora vive da ricercato essendo l'unico a possedere il database delle identità degli eroi.
Insomma, questo per dire che il mondo Marvel è ricco di intrecci tra le varie collane, e il clima che si respira in questi fumetti è ormai denso di tragedia.

E il fatto che il film precedente si chiudeva proprio con Stark che annunciava pubblicamente la sua identità era forse un riferimento alla Legge da lui voluta sullo "smascheramento" degli eroi.


La critica, entusiasta del primo film, si è buttata abbastanza unanime sul giudizio "non è all'altezza del primo, piatto, buttati personaggi e sottotrame in modo bidimensionale. Non un brutto film, ma la sceneggiatura di Justin Theroux (che sostituisce i predecessori Mark Fergus, Hawk Ostby, Art Marcum e Matt Holloway) non convince.
Quello però che ho potuto notare, in un "excursus" tra gli articoli, è come le recensioni siano molto uguali tra di loro e mi sorge il dubbio che non ci sia stata una grande attenzione ma un superficiale copia e incolla.

Una critica dice "trionfo di ammiccamenti al futuro film dei Vendicatori". Ho contato forse due minuti di tali riferimenti, l'accenno a uno scudo, il colloquio finale tra Fury e Tony, e il pezzo dopo i titoli di coda (non perdetelo). Due minuti su 124, sparsi qui e là, non mi sembrano trionfali.
"Molti dialoghi non eccezionali e poca azione". Altra critica priva di senso. L'azione si alterna invece dove serve, alternata ai momenti di crisi del personaggio e ai dialoghi sempre brillanti ed energetici tra Downey e la Paltrow. Non ho trovato frasi poco credibili, il dialogo alla scrivania è scoppiettante.


"Iron man 2" non è certo "Watchmen", forse perde un po' nella debolezza di alcuni personaggi di contorno e nella mancanza di particolari colpi di scena, lo schema buoni contro cattivi è abbastanza bidimensionale, ma nel complesso è un film che fa "vivere" corposamente l'universo Marvel, e che soddisfa nella sua dimensione di intrattenimento, con alcuni spunti di originalità sul tema del rapporto tra supereroi e politica governativa, militare, con la stampa e l'opinione pubblica. E servizi segreti. Super servizi. E con scudi e martelli...

Vari camei. Stan Lee il co-creatore del fumetto interpreta Larry King, e il famoso DJ AM interpreta se stesso alla festa di Stark. Il film è dedicato a lui, morto poco dopo la fine delle riprese.
Nel finale durante il colloquio tra Fury e Stark appaiono in un telegiornale alcune sequenze dello scontro tra militari e Hulk, dal film "The incredible Hulk".
In questo film arriviamo alla sesta versione dell'armatura, la Mark VI.
12 maggio 2010