Percorso

E la Sardegna sta a guardare

Editoriale di Enrica Anedda
 
Cinemecum sta per andare in ferie, per il consueto mese d’agosto. Martedì pubblicheremo l’ultimo numero prefestivo con i nostri servizi dal Festival de “La Maddalena”, prima di riprendere a settembre con il Festival di Carloforte. Anche quest’ anno la stagione è stata dura. Chi come noi si occupa di cultura in Sardegna sa che le energie maggiori, purtroppo, sono impiegate nella ricerca folle dei contributi e nella preoccupazione di sapere se, e quando, verranno assegnati i fondi e in quali quantità. La situazione è paradossale. Siamo a luglio e ancora non sappiamo a quali associazioni la Regione ha assegnato i contributi per il cinema.
 
Da settimane dagli uffici pubblici ci rispondono che è questione di giorni. Forse nel giro di un paio di ore verranno pubblicate le graduatorie e così finalmente si saprà chi sono i privilegiati, o meglio, quelli che sono riusciti a rientrare nei rigidi criteri indicati nella
Legge Regionale sul cinema del 2006. Noi di Cinemecum probabilmente saremo fuori come al solito, perché paradosso sul paradosso non rientriamo in nessuna categoria e ciò, nonostante siamo tra i pochi ad occuparci di promozione cinematografica in Sardegna, un settore nel quale molte regioni (e citiamo solo quelle del sud, come la Sicilia, la Puglia, la Campania e non ultima la Calabria) stanno investendo e producendo business. Ciò che preoccupa è che anche quest’ anno tutte le iniziative legate al cinema si concentreranno negli ultimi mesi dell’anno creando una sovrapposizione di eventi. Dagli uffici arrivano buone speranze (e per ora però solo quelle): d’ora in poi i risultati dei bandi saranno pubblicati all’inizio dell’anno per consentire alle associazioni di conoscere il proprio budget e organizzare per tempo le iniziative.  Perché non si ripeta più l'assurdo di una situazione come quella di cui lamenta anche Giovanna Gravina: che a festival iniziato (vedi  La Maddalena), ancora non si sappia quali e quanti contributi stanzierà la Regione.
 
Chi ci perde è la cultura, il cinema, la Sardegna. E non è questione di soldi (che sono già stati stanziati), ma di organizzazione che, a nostro parere, non può che passare attraverso una politica di coordinamento con la modifica totale di questa legge pasticciata e la creazione di un' agenzia seria, competente e autonoma che gestisca i fondi per una politica cinematografica moderna.  Lo ripetiamo da anni. Ora la nuova giunta promette maggiore attenzione per il cinema, ma, di fatto, ancora non è stata neppure scelta la commissione tecnica, che assegnerà i fondi per la produzioni e non si vede nessun segno concreto. Non ce ne vogliano i funzionari pubblici e gli amministratori, ma se non si affidano al parere e al lavoro di professionisti di questo settore, il risultato non potrà essere migliore di quello della giunta precedente. Non bastano piccoli ritocchi ai criteri di assegnazione e alla legge, ci vuole una politica di ampio respiro, fuori dalle logiche di potere e lontana dai giochi politici o di interesse. Una politica corale studiata di concerto con tutti gli assessorati interessati: cultura, turismo, industria. Perché il cinema, lo hanno capito tutti tranne i sardi, è cultura, arte ma anche turismo, industria. Un' industria non inquinante, che in Sardegna, grazie alle belle location, potrebbe davvero portare lavoro e profitti. E invece anche questa settimana dopo la Sicilia e la Puglia, dobbiamo parlare di Calabria, altre regioni italiane che hanno capito e mettono in pratica. Ma la colpa è anche nostra, delle associazioni e di tutti gli operatori che aspettano in silenzio per conoscere i risultati ma che sono incapaci di unirsi per organizzare una forza comune.
 
Noi di Cinemecum aspettiamo le opinioni di lettori, funzionari, addetti ai lavori, ma anche un segno di solidarietà per redigere un manifesto comune. Anche perché purtroppo – Gavoi e Marcello Fois insegnano - gli amministratori sembrano sentire solo le minacce, i ricatti e le lamentele quando vengono strillate forti dalle pagine dei giornali.
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