Percorso

Prima o poi il cinema decollerà davvero

L'editoriale di Enrica Anedda

“Eravamo quattro amici al bar", così titolava il "Giornale di Sardegna"  un pezzo di Donatella Percivale, che anni fa aveva sorpreso alcuni registi sardi al tavolo di un noto bar del centro di Cagliari mentre discutevano animatamente di cinema. Era il 2006, la legge/cinema non c’era e si poteva ancora discutere, sognando di cambiare il mondo.

Oggi i registi non sono più quattro, ma decine e decine. (Nel solo "who is who" di "Cinemecum" ce ne sono più di 40). Tanti giovani hanno realizzato cortometraggi e molti hanno conseguito premi importanti. Alcuni hanno studiato fuori e hanno già dimostrato di avere molto talento: uno per tutti, Paolo Zucca.

Nel 2009 forse si sogna di meno, ma c’è ancora tanta voglia di discutere e la convinzione che prima o poi “i politici" il cinema in Sardegna lo faranno decollare davvero. Così Giovanni Columbu, Enrico Pitzianti, Gianfranco Cabiddu, Giancarlo Planta, Piero Livi, Piero Sanna, Gavino Ledda, Roberto Locci, capitanati da Antonello Grimaldi, hanno formato l’associazione dei registi sardi, con tanto di sigillo del notaio e hanno già inviato al nuovo assessore le richieste per modificare una legge, quella del 2006, che con i suoi decreti attuativi ha deluso tutto il mondo cinematografico sardo.

Dall’altra, un folto gruppo di registi con meno esperienza si sono riuniti l’altro ieri alla Cineteca Sarda per condividere lamentele e proposte (vedi pezzo di Francesca Ebau). Degli “anziani” alla Cineteca è comparso solo Enrico Pau, che non ha aderito all’associazione dei registi precisando a Cinemecum “non mi piacciono i corporativismi, mi sento vicino ai giovani perché ho ancora voglia di fare cortometraggi e documentari,  preferisco un movimento più leggero e spontaneo che ritengo possa essere ugualmente determinante nel fare pressione per ottenere ascolto dalla nuova giunta con riguardo a tutti gli aspetti del cinema: dalla didattica alla Film Commission e non solo alla produzione di lungometraggi”.

Dall’altra Enrico Pitzianti assicura “l’associazione non è un organo chiuso, sono stati invitati a partecipare tutti quelli che hanno già realizzato un lungometraggio con distribuzione almeno nazionale (gli unici che non hanno aderito sono stati Pau, Mereu e Marcias n.d.r ), ma presto ci sarà una sezione per coloro che hanno realizzato solo cortometraggi, alcuni dei quali sono davvero molto bravi”. Riteniamo però che la strada giusta sia quella dell’associazione e presto inviteremo come membri onorari tutti coloro che hanno realizzato dei film in Sardegna: da De Seta ai Taviani”.

Tutti insomma, vecchi e giovani, ci tengono a precisare che non c’è alcuna divisione e che l’obiettivo per tutti è quello di stare uniti per presentare le stesse osservazioni sulla legge: via dunque il fondo di rotazione, tutti vogliono che la Regione Sardegna entri direttamente nella produzione dei film. Solo così assicurano le produzioni nazionali avranno interesse e vantaggi a girare in Sardegna. Pitzianti rincara la dose: “Per ora con questa legge e i suoi assurdi decreti attuativi, mai attuati per i ritardi e le inefficienze, abbiamo fatto a livello nazionale una figuraccia mostruosa. La Mongiu (vedi la video intervista) ha distrutto la legge e voleva fare del cinema un fenomeno di folklore”. E su quest’ultimo punto i giovani, Tore Cubeddu in testa, sono compatti e fortemente critici, specie con il criterio di scelta dei film, che attribuisce un punteggio altissimo ai film che valorizzano l’identità regionale a discapito del valore artistico dell’opera. L’associazione dei registi chiede anche che la legge/ cinema finanzi solo le produzioni,  mentre le altre attività inerenti al cinema siano inserite nel fondo della Spettacolo e vorrebbero che la Sardegna diventasse una zona franca con forti agevolazioni fiscali per il cinema.

Nel frattempo una notizia freschissima: la "Sess" di Gian Luigi Nieddu in associazione con la "Enneelle", società di Ottavio Nieddu, con un ribasso del 15,75% sulla base d’asta, si è aggiudicata il Bando della Film Commission: e per un anno avrà a disposizione circa 70mila euro per promuovere la Sardegna e il suo cinema nel mondo. Noi di “Cinemecum” rivolgiamo loro i migliori auguri di buon lavoro, mettendo a disposizione il nostro portale per ogni forma di collaborazione. Non possiamo, tuttavia nascondere che, come abbiamo già scritto, il bando, pubblicato dalla giunta Soru, non ci piace anche perché protrae una situazione provvisoria e confidiamo in questa giunta affinché affronti di petto la questione Film Commission per istituire finalmente un organo autonomo che, con un direttore competente, possa competere con le altre regioni italiane e conferire dignità e prestigio al nostro cinema.

Insomma, per l’architetto Lucia Baire, neo assessore alla Cultura, si profila una grande sfida: coniugare il suo decantato efficientismo con un attenta sensibilità alla politica culturale per dimostrare che la destra ha compreso l’importanza del cinema anche sotto il profilo economico e promozionale. Per la giunta Cappellacci il compito è delicato e difficile: da un lato portare a compimento i precedenti bandi con la tanto attesa nomina della commissione che dovrà finalmente scegliere i progetti presentati, così risolvendo una situazione da troppo tempo sospesa e dall’altra studiare le più opportune modifiche della legge. Il tutto in tempi rapidi per cancellare i brutti ricordi dei ritardi precedenti. Nel frattempo è bene che anche le associazioni si preparino, possibilmente unite, per dire la loro; a proposito di ritardi e di dispersioni anche il settore dei festival e delle rassegne ha, infatti, bisogno di un completo remake. C’è tutto il periodo pasquale per riflettere, Cinemecum nell’augurare a tutti buone feste dandovi appuntamento, dopo una settimana di riposo, a mercoledì 22 aprile con ulteriori novità e approfondimenti, invita gli interessati a inviare adesioni, email e commenti per iniziare a predisporre tutti assieme un documento da presentare alla Giunta, in vista di un incontro fra tutte le associazioni di cinema.

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